Agorofobia da Corona Virus





Post COVID-19: L'agorofobia esce di casa


L'agorafobia è la  "paura della piazza", la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all'aperto o affollati, temendo di non riuscire a controllare la situazione. Questo lo porta a sentire il bisogno di una via di fuga immediata verso un luogo da lui reputato più sicuro.
In sostanza l’agorofòbico ha difficoltà di uscire di casa, viaggiare e stare nei luoghi pubblici. In questo periodo storico del “Io resto in casa” per cercare di contenere il contagio da Covid-19, siamo blindati nelle nostre case. Luoghi considerati sicuri, nel quale ci sentiamo confortati e troviamo rifugio.


Al contrario, le uscite limitate e con distanziamento dall'altro generano nei soggetti, se pur lentamente, un insegnamento nuovo di regole di convivenza. Al supermercato, all'edicola, al tabacchi o in farmacia, i nostri comportamenti sulle regole di comportamento sociale stanno cambiando. L’uso della mascherina, i guanti e il distanziamento e la tempistica  creano una nuova realtà, una bolla nel quale siamo immersi provando un senso di disagio. In poco tempo non solo il nostro contatto fisico ha subito delle mutazioni ma anche il comportamento più elementare è totalmente cambiato.
I tempi di questo che sembra un esperimento di psicologia sociale, non sono stati ancora definiti, ma sappiamo che non torneremo velocemente ad abbracciarci a darci la mano a stare vicini come prima. E quando tutto questo ci permetterà di tornare ad essere “spontanei”, per tanti l’agorofobia sarà già una realtà conseguente alle nuove di regole comportamento sociale che a poco poco si stanno inserendo nella nostra società.

I bambini e gli adolescenti che stanno vivendo questo momento non come transitorio bensì come parte della loro vita, saranno i più colpiti e le vittime di questo isolamento sociale. La loro realtà è stata colpita maggiormente rispetto a quella degli anziani che vivono una situazione di pensione o gli adulti che lavorano e si occupano delle casa e della spesa. I giovani hanno smesso di andare a scuola, di fare sport e hanno tagliato le loro relazioni sociali. E con dei tempi che stanno prolungando sempre più il rientro scolastico, loro staranno più a casa di tutti, anche più dei cani. Le video-lezioni, le attività motorie tramite internet, i video giochi che cercano di combattere la noia, produrranno in loro effetti depressivi a medio e lungo termine. E quando tutto finirà loro dovranno riabituarsi ad una socialità diversa. Saranno quelli che pagheranno in termini psicologici gli effetti delle regole da “Corona Virus”.

La diffidenza verso gli altri aumenterà come conseguenza di una reclusione forzata, aumentando i problemi di conflittualità e mancanza di fiducia generando così relazioni ostili o evitanti.
La gravità dell'ansia e dei comportamenti evitanti sono variabili; l'agorafobia è una delle manifestazioni ansiose più invalidanti, in quanto chi ne soffre spesso diventa completamente dipendente dalle mura domestiche, oppure è costretto ad uscire di casa solo quando è accompagnato.
Il timore di uscire dalle mura domestiche e di relazionarsi con il mondo esterno, evidenzia una difficoltà a confrontarsi con eventi, persone, situazioni nuove e sconosciute, privi di quella "protezione", in questo caso rappresentata dall'ambiente familiare, dove l'individuo non rischia di immergersi nell'anonimato della caotica folla.
Riuscire a far capire soprattutto ai più giovani che questo è un periodo transitorio e non definitivo, li porterà ad accettare le nuove norme sociali senza per questo sentirsi cambiati o senza subire danni a lungo termine.

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