I bambini e i ragazzi ai tempi della Pandemia Covid-19
I bambini e i ragazzi che in questo periodo di
Covid-19 sono rimasti reclusi tra le quattro mura di casa hanno vissuto
sentimenti differenti: rabbia, paura, tristezza fino a percepire ansia. L’assenza
di attività scolastiche, sportive e di relazioni sociali li ha portati a
interrompere ogni tipo di apprendimento e misurarsi con la nuova realtà.
La didattica a distanza e le lezioni on-line di
sport non hanno colmato neanche in minima parte quello che tutti questi ragazzi
facevano prima.
Le attività che ogni giorno riempivano le agende di
questi bambini, rappresentano uno stimolo per la crescita e sono cibo per il
loro cervello. La riduzione degli stimoli comporta non solo un’interruzione di quanto
si stava imparando ma anche la perdita di ciò già appreso. Il concetto è facile
da rappresentare: il cervello si comporta come un muscolo. Se uso un muscolo
questo sarà tonico, flessibile, forte, quando smetto di usarlo, la massa si
appiattisce e diminuisce. Al cervello capita lo stesso principio, se imparo,
studio, lui si sviluppa cresce in termini di mappe cognitive e neuronali, al
momento che smetto o diminuisco perdo una parte di questo.
I genitori, in questa nuova realtà, hanno cercato
con i loro sforzi e le loro risorse di compensare a questa perdita. In alcuni
casi sono riusciti a tamponare quello che sembra essersi rappresentato come un
processo a spirale nel quale il bambino è stato catapultato. Nei casi più
drammatici, si è assistito all’interruzione di un vero processo evoluzionistico.
Il bambino non solo non cresce più ma torna addietro.
Il ritorno ad una precedente modalità di funzionamento è vissuta
come rassicurante nei confronti dell'angoscia creata da
difficoltà o conflitti attuali.
Per natura, l’istinto dell’essere umano è quello
di crescere, svilupparsi e imparare. L’apprendimento è alla base dell’adattamento
umano come forma di sopravvivenza.
I bambini attraverso le loro relazioni sviluppano
un attaccamento che gli permette di crescere, progredire e adattarsi all’ambiente.
In base al tipo di attaccamento configuriamo le nostre relazioni con gli altri
e sviluppiamo la nostra personalità.
L’educazione scolastica e lo sport sono necessari
ai bambini e ai ragazzi per stimolare il loro pensiero al fine proprio di crescere
e adattarsi. Quando i bambini tentano, giocano e sbagliano, stanno crescendo.
Che tipi di atteggiamento i bambini e i ragazzi possono avere dopo questa quarantena?
L’atteggiamento del bambino può essere più pacato,
meno motivato e poco stimolato alla ricerca di attività da fare. La noia che lo
rappresenta è un forma di questo atteggiamento. Noia spesso gridata ai genitori.
A volte può anche avere atteggiamenti improntati a
rifugiarsi nel passato con la ricerca di giochi che avevate messo da parte, in
cantina o in soffitta. La sua ricerca di sicurezza e di sedazione dell’angoscia
provata lo porta a gettarsi su quanto più conosciuto.
Cosa possiamo fare per aiutare i ragazzi dopo tutto questo tempo?
Occorre insieme creare un’agenda con tutte le attività che è possibile ripristinare: sport, studio e relazioni sociali. Aiutare i ragazzi quando appaiono demotivati e stanchi. Aiutarli nelle attività che più gli creano difficoltà e non gli piacciono.
Il vostro aiuto gli consentirà di recuperare
lentamente quello che hanno perso.
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